Lettera del Sindaco ai cittadini
Pubblicata il 30/10/2020
Carissimi concittadini,
nella ricorrenza del nostro Santo Patrono, e considerati i giorni di apprensione ed inquietudine che tutti noi stiamo attraversando per la profonda crisi emergenziale che ci ha raggiunti, ho necessità di condividere con voi alcune istanti.
Sembrano ormai lontani i tempi dei festeggiamenti, dell’allegria e della convivialità. Il nostro paese si è spento, inesorabilmente. Basta una passeggiata ormai per rendersene conto. Le nostre strade sono vuote, le nostre attività sono chiuse o poco frequentate, i nostri bambini e ragazzi ancora una volta sottratti alla vicinanza e alla socialità.
Tutti noi ci stiamo chiudendo nelle nostre case e in casa trascorreremo anche questa giornata di festa. Chi in isolamento necessario, chi per timore di ciò che può accadere. Perché questo male insidioso e temibile ha raggiunto, direttamente o indirettamente, tutte le nostre famiglie e i nostri contatti più stretti.
Perché siamo una piccola comunità e questi numeri ci fanno paura. E ci fa paura sentirci impotenti e così esposti ad un nemico infido e invisibile, che ha sconvolto le nostre esistenze ed ha mandato all’aria la quotidianità di una comunità attiva e laboriosa.
Quella in cui siamo impegnati sembra essere, una lotta ìmpari, che sta mettendo a durissima prova il tessuto economico, sociale e relazionale della nostra comunità. Perché questo male non si muove da solo ma attraverso l’altro. E “l’altro” ci appare come il nemico, colui che sembra offenderci, ferirci, farci del male.
Oggi dobbiamo fermarci a riflettere.
In questi giorni difficili ho visto crescere tra di noi un terrore grande e inarrestabile. Fatto di silenzi e chiusura. Fatto di biasimi e rimproveri. Ma ho visto nascere anche tanti gesti di solidarietà, di vicinanza e di umanità che ricordano a tutti noi quello che siamo.
Una comunità che, pur nella sofferenza e nell’angoscia, fa venir fuori ciò che di più bello e prezioso c’è in ognuno di noi, e cioè la fratellanza e la protezione dell’altro. Una comunità che deve, e sottolineo deve, restare unita, stringersi fino a creare un’armatura forte e resistente che protegge e si protegge.
Non dalla paura ma da dagli elementi che ci uniscono noi possiamo e dobbiamo ripartire. E riprendere la nostra battaglia quotidiana, senza abbatterci né scoraggiarci, contro un male che ha già lasciato ferite profonde e dolorose alla nostra comunità, ma che può essere sconfitto.
Noi non possiamo arrenderci.
Vi invito tutti, ancora una volta:
nella ricorrenza del nostro Santo Patrono, e considerati i giorni di apprensione ed inquietudine che tutti noi stiamo attraversando per la profonda crisi emergenziale che ci ha raggiunti, ho necessità di condividere con voi alcune istanti.
Sembrano ormai lontani i tempi dei festeggiamenti, dell’allegria e della convivialità. Il nostro paese si è spento, inesorabilmente. Basta una passeggiata ormai per rendersene conto. Le nostre strade sono vuote, le nostre attività sono chiuse o poco frequentate, i nostri bambini e ragazzi ancora una volta sottratti alla vicinanza e alla socialità.
Tutti noi ci stiamo chiudendo nelle nostre case e in casa trascorreremo anche questa giornata di festa. Chi in isolamento necessario, chi per timore di ciò che può accadere. Perché questo male insidioso e temibile ha raggiunto, direttamente o indirettamente, tutte le nostre famiglie e i nostri contatti più stretti.
Perché siamo una piccola comunità e questi numeri ci fanno paura. E ci fa paura sentirci impotenti e così esposti ad un nemico infido e invisibile, che ha sconvolto le nostre esistenze ed ha mandato all’aria la quotidianità di una comunità attiva e laboriosa.
Quella in cui siamo impegnati sembra essere, una lotta ìmpari, che sta mettendo a durissima prova il tessuto economico, sociale e relazionale della nostra comunità. Perché questo male non si muove da solo ma attraverso l’altro. E “l’altro” ci appare come il nemico, colui che sembra offenderci, ferirci, farci del male.
Oggi dobbiamo fermarci a riflettere.
In questi giorni difficili ho visto crescere tra di noi un terrore grande e inarrestabile. Fatto di silenzi e chiusura. Fatto di biasimi e rimproveri. Ma ho visto nascere anche tanti gesti di solidarietà, di vicinanza e di umanità che ricordano a tutti noi quello che siamo.
Una comunità che, pur nella sofferenza e nell’angoscia, fa venir fuori ciò che di più bello e prezioso c’è in ognuno di noi, e cioè la fratellanza e la protezione dell’altro. Una comunità che deve, e sottolineo deve, restare unita, stringersi fino a creare un’armatura forte e resistente che protegge e si protegge.
Non dalla paura ma da dagli elementi che ci uniscono noi possiamo e dobbiamo ripartire. E riprendere la nostra battaglia quotidiana, senza abbatterci né scoraggiarci, contro un male che ha già lasciato ferite profonde e dolorose alla nostra comunità, ma che può essere sconfitto.
Noi non possiamo arrenderci.
Vi invito tutti, ancora una volta:
- ad attuare dei comportamenti responsabili finalizzati all’adozione delle misure di prevenzione ed autoprotezione individuale;
- a non uscire di casa qualora si abbiano sintomi di infezione respiratoria e febbre;
- ad osservare le indicazioni riguardanti il distanziamento sociale, l’igiene personale e degli ambienti di vita e di lavoro, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale vigente;
- ad adottare comportamenti improntati alla massima prudenza;
- ad evitare in ogni caso gli assembramenti;
- a non sottovalutare il potenziale pericolo infettivo legato agli spostamenti.
Io sono con voi e ho bisogno di voi tutti . Perché solo in questo modo ne usciremo.
Insieme, ancora una volta.
Insieme, ancora una volta.
Auguro a tutti un buon San Saturnino.
Isili, 30 ottobre 2020
Il Sindaco
Luca Pilia
Luca Pilia
